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Etichetta: tutto quello che c’è da sapere sul pollo italiano

Piccola guida alla lettura dell’etichetta pensata per i consumatori

L’etichetta è uno strumento che ci racconta la storia di un prodotto, una vera e propria carta d’identità. Nel caso del pollo che portiamo in tavola quotidianamente, è una storia tutta italiana, che parla di una filiera d’eccellenza che vanta una fortissima integrazione verticale di tutte le fasi della produzione – dal mangime, all’allevamento alla fase di trasformazione, alla logistica –  in grado di garantire un prodotto super fresco in 24 ore.

Filiera avicola? Italiana e trasparente – Il pollo che mangiamo è infatti un prodotto d’eccellenza del made in Italy. Non è banale ripeterlo dopo il dibattito sulla nuova etichettatura, relativa all’origine del prodotto, che ha interessato la filiera della pasta e del riso. Temi come la trasparenza, la sicurezza, la valorizzazione delle tradizioni culinarie sono tornati al centro degli interessi del consumatore, ma sono princìpi che non rappresentano una novità per il settore avicolo.

Guida alla lettura dell’etichetta –  Ma quali sono le informazioni più importanti che possiamo trovare e verificare in etichetta?

  • Dimmi che pollo sei – La “denominazione di vendita”, ovvero il nome del prodotto, l’elenco degli ingredienti (nel caso di petto di pollo si tratta di un unico ingrediente) e la quantità netta;
  • la data di scadenza – L’indicazione controllata anche dai consumatori meno attenti. Poter scegliere un prodotto fresco è un fattore tutt’altro che trascurabile;
  • tracciabilità – tramite l’etichetta posso sapere chi lo ha prodotto (il nome del produttore è messo in evidenza) e il codice che consente la rintracciabilità del prodotto (il lotto di produzione). Il regolamento stabilisce addirittura l’altezza minima dei caratteri in etichetta per evitare che risultino troppo piccoli e non leggibili da parte del consumatore.
  • L’origine – È diventato obbligatorio citare il Paese di origine, anche se i produttori di carni avicole lo indicano volontariamente dal 2005 (con indicazioni su dove l’animale è nato, è stato allevato e macellato, oltre a certificare ulteriori informazioni sulla tipologia di allevamento e l’alimentazione degli animali). Le disposizioni riguardano tutte le carni fresche, congelate e refrigerate, prodotte e/o commercializzate in Europa.
  • panati & co. – Per i prodotti semilavorati è obbligatorio indicare gli allergeni presenti, soffermandosi graficamente sulla parola che evoca il rischio allergico; la tipologia specifica degli oli e grassi vegetali impiegati nella produzione e l’eventuale percentuale di acqua aggiunta, se superiore a una certa soglia.

Sono facoltative invece la sede dello stabilimento di produzione, le modalità di conservazione e utilizzazione.