In salute

Svezzamento: no al fai da te, sì alla carne e a un approccio multisensoriale

Il pediatra Giuseppe Morino, Resp. UO Educazione alimentare dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma risponde ai dubbi più comuni delle mamme, tra porzioni corrette e consigli, per vivere con serenità lo svezzamento

Le mamme italiane? Quando si parla di alimentazione dei loro figli si scoprono  insicure (4 su 10 in ansia)  e ipercritiche (solo 2 su 10 giudicano adeguata l’alimentazione dei figli), anche se si occupano in prima persona dei pasti (il 90% li prepara personalmente) e hanno un buon livello di informazione. Chi ha bambini piccoli, in particolare, dichiara di avere spesso dubbi e non sapere a chi chiedere (31%) e il  65% teme che i propri bambini non seguano una dieta equilibrata e completa di tutti i nutrienti (Doxa Unaitalia 2016).

Cosa non deve mancare sulle tavole dei bambini quando si inizia lo svezzamento?  Qual è la giusta alternanza dei vari alimenti? Con l’aiuto di Giuseppe Morino, Resp. UO Educazione alimentare dell’ Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma risponde ai dubbi più comuni delle mamme e quali sono gli errori da evitare

 

Fai da te? No grazie – Iniziamo con il primo consiglio del dott. Morino: meglio affidarsi ad un esperto per le prime pappe. “È fondamentale la sinergia tra pediatra, bambino e genitori durante la fase di svezzamento o ‘alimentazione complementare’. Se il ruolo dei genitori è insostituibile nel dare il buon esempio, è importante seguire le indicazioni del pediatra, che si basano su evidenze scientifiche e le raccomandazioni emanate dalle società scientifiche nazionali ed internazionali”. Le mamme tendono spesso a documentarsi online (1 su 2) e ben il 40% ritiene attendibili le informazioni che legge in rete su un alimento, secondo la ricerca Doxa/Unaitalia. “È pericoloso  – commenta il dott. Morino – con il fai da te si rischia di proporre un’alimentazione non conforme ai reali fabbisogni del bambino, che può essere carente o eccessiva, e comportare ricadute sulla crescita in statura e in peso, sullo sviluppo neuropsicologico, sulla maturazione del sistema immunitario.

Sì alla carne, meglio quella bianca – Il dibattito sulla carne è sempre più acceso dopo il recente allarme dell’OMS sulla carne rossa e il diffondersi di un’alimentazione esclusivamente a base vegetale. Ma qual è la soluzione migliore per i bambini? Secondo il dott. Morino la carne gioca un ruolo importante nella crescita dei piccoli: “è una fonte primaria di alcuni nutrienti e micronutrienti solitamente assenti (come la vitamina B12), o scarsamente rappresentati (zinco, selenio, niacina e riboflavina), o meno biodisponibili (come il ferro) nei prodotti di origine vegetale. La carne serve a colmare un deficit di proteine e ferro del latte materno, dopo il sesto mese di vita, e favorire un sano sviluppo delle capacità neurologiche e psicologiche.”

Secondo la ricerca la carne preferita dalle mamme è il pollo – per l’84% viene servito almeno una volta a settimana – una scelta che trova d’accordo anche la scienza: “corretto tra le carni, prediligere le carni bianche, ottima fonte di  proteine, con pochi grassi e di buona qualità, una elevata digeribilità e un ragionevole apporto calorico, da poter consumare fin dalle prime pappe”– commenta Morino.

Sale, zucchero, proteine: ecco gli errori più comuni – Tra gli errori più comuni in questa fase c’è quello di aggiungere sale ai cibi: “non è necessario, i cibi offerti contengono già quantità sufficienti di sodio” – commenta l’esperto. Inutile e dannoso anche aggiungere zucchero o proporre cibi dolci: “rischiano di influenzare il grado di piacevolezza al palato del cibo e le preferenze alimentari a lungo termine”. Attenzione anche a non eccedere con le proteine: “qualora il latte materno non sia disponibile, meglio prediligere per il primo anno latte formulato o “artificiale”, a contenuto proteico più simile a quello del latte materno e non il latte vaccino (che contiene quasi 4 volte più proteine del latte umano).” Importante poi non trascurare la quota necessaria di grassi: “per questo consigliamo di aggiungere un cucchiaio di olio di oliva fin dalle prime pappe e non inserire latte vaccino parzialmente scremato nei primi 2 anni .”

Le porzioni e i tempi contano – Come partire? Si inizia intorno ai sei mesi di età del bambino, meglio non anticipare. Possiamo partire con la frutta, inizialmente mela e pera per abituare il bambino al cucchiaino ma subito passiamo alla pappa. Per la pappa si inizia con cereali senza glutine (mais, tapioca e riso, prima a forma di semolino e poi pastina), per poi passare, dopo il sesto mese a quelli con glutine. I cereali vengono serviti con un brodo di verdure, cotte e tritate, come patate, zucchine e carote. Insieme si aggiunge la carne: si inizia con liofilizzati e omogeneizzati di pollo, tacchino, coniglio e agnello, meno allergizzanti, per poi inserire anche vitello e manzo. Gradualmente si inseriscono anche altre fonti proteiche, come pesce, legumi, formaggi, riducendo l’apporto giornaliero di carne a tre volte a settimana, la giusta dose per un bimbo che cresce dall’anno in poi.

Qualche idea delle porzioni? Per le prime pappe un bambino di 7-8 mesi si possono utilizzare 50g di passato di verdura (patate, carote, zucchine e lattuga) o 200 ml di brodo vegetale, con aggiunta di 14 g (2 cucchiai da tavola) di pastina o 12 g (due cucchiai da tavola) di crema (riso, multi cereali, mais e tapioca), un cucchiaino di olio evo. Come fonte proteica si può scegliere tra: 40 g di carne omogeneizzata o pesce; 25 g di ricotta di vacca; 5 g di carne liofilizzata o 12 g di lenticchie secche (circa 1 cucchiaio da tavola).

Tra i 9 e i 12 mesi si aggiungono come fonti proteiche anche l’uovo, il  prosciutto cotto o crudo sgrassato (15g) o la ricotta di mucca (25 g).

Tra i 12 e i 24 mesi aumentano le porzioni di pasta (28 g) , riso e semolino (25g) per primo; carne o pesce freschi (30g); legumi secchi (15g) ; formaggio fresco (25g)  per secondo, da servire sempre con verdure miste (100 g pasto). Tra i 24 e i 36 mesi la porzione di pasta, riso o pastina arriva a 45 g, con un leggero aumento anche della quota proteica ( 20 g di affettati e 40 g di pesce fresco).

No a forzature, sì ad un approccio multisensoriale – Quando si parla di nutrizione e corretta alimentazione sono inutili le forzature: “è incoraggiando il bambino a sperimentare, toccare, annusare che si forma un rapporto positivo con il cibo. Fondamentale in questo il buon esempio dei genitori e un approccio multisensoriale” – spiega il pediatra.

Qualche idea per portare in tavola delle ottime prime pappe? Qui le ricette promosse dall’esperto a cura di Luisa Orizio, mamma e food blogger di Allacciate il grembiule

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