Pollo sicuro
In salute

Pollo & co.: ecco perché i consumatori italiani possono stare tranquilli

Quando parliamo di pollo, possiamo stare tranquilli.

La produzione avicola, come le altre produzioni alimentari, avviene infatti nell’Unione Europea e in Italia nel rispetto di un rigoroso sistema di norme che intervengono a garanzia della sicurezza alimentare dei consumatori, della tutela del benessere animale e della salvaguardia dell’ambiente.

Nessun segreto, nessuna ansia: la filiera italiana è protagonista di iniziative che spesso hanno addirittura anticipato le direttive europee, come nel caso dell’adozione di un regime di etichettatura volontario fin dal 2005, dieci anni prima che la Commissione Europea rendesse obbligatorio questo sistema per certificare l’origine della carne.

Ma come funziona nel dettaglio? La vigilanza e il controllo è affidata ai servizi veterinari pubblici delle Regioni che, sotto il coordinamento del Ministero della Salute, hanno ampia competenza in tema di tutela della sicurezza alimentare, di sanità e benessere animale oltre che di monitoraggio dell’insorgenza di malattie e di controllo dell’alimentazione. Il sistema conta su circa 4.500 veterinari pubblici che presidiano le diverse fasi della filiera agroalimentare. Nel caso della filiera avicola, l’attività di vigilanza e controllo coinvolge la produzione di mangimi per l’alimentazione zootecnica, gli allevamenti e le imprese di prima e seconda trasformazione, fino alla distribuzione.

A tutela del pollo sicuro non c’è solo l’attività ispettiva pubblica: agli operatori del settore alimentare (OSA) sono affidate funzioni di autocontrollo delle proprie produzioni in materia di igiene e sicurezza degli alimenti. Nel caso della filiera avicola, tutti i gruppi di animali destinati alla produzione di carne vengono controllati almeno una volta prima di essere destinati alla trasformazione.

Passiamo ai risultati di questa attività di sorveglianza: nel 2017, nell’ambito del Piano Nazionale per la Ricerca dei Residui (PNR) di sostanze farmacologicamente attive e contaminanti negli animali oggetto di allevamento e prima trasformazione, per le carni avicole il Ministero della Salute ha analizzato un totale di 8.548 campioni: nessuno è risultato anomalo.

Analoghi i risultati 2017 del Piano Nazionale di Controllo Ufficiale sull’Alimentazione degli Animali 2015-2017 (PNAA) del Ministero della Salute: la presenza di principi attivi/additivi nei mangimi per tutte le specie avicole è risultata pari a zero.