Il viaggio del pollo | In salute

Pollo e antibiotici: facciamo chiarezza

 Dal 2013 ridotto del 40% l’uso dei farmaci negli allevamenti e gli antibiotici mai per favorire la crescita

Antibiotici nel pollo? Unaitalia risponde – L’associazione di riferimento dei produttori italiani di carni bianche, chiarisce che la campagna  “Basta antibiotici nel piatto” lanciata da Consumer International è già una realtà. La stessa inchiesta di Altroconsumo sottolinea che sui campioni analizzati in Italia non sono  stati riscontrati residui di farmaci nella carne, come confermano anche i risultati del Piano Nazionale Residui (PNR): l’obiettivo di non mettere antibiotici nel piatto  è già pienamente conseguito.

In merito alla presenza di batteri resistenti ai farmaci in alcuni campioni di carne, l’associazione spiega il ruolo  del settore avicolo nella lotta all’antibiotico-resistenza. Quella avicunicola è l’unica filiera zootecnica ad aver avviato – d’intesa con il Ministero della Salute – un piano volontario di riduzione dell’impiego di antibiotici.

 Nel 2015 il consumo totale di antibiotici negli allevamenti avicoli è stato ridotto del 39,95% rispetto al dato del 2011. È questo il risultato offerto dal Piano nazionale per l’uso responsabile del farmaco veterinario, il più importante intervento organico di riduzione e razionalizzazione dell’uso del farmaco in ambito zootecnico in Italia, varato dalle aziende italiane su base volontaria nel 2013 e proseguito in collaborazione con il Ministero della Salute dal 2015. L’obiettivo del piano era di ridurre del 15% (rispetto al dato 2011) il consumo totale di antibiotici entro il 2015, e di arrivare a meno 40% nel 2018. Obiettivo raggiunto con tre anni di anticipo.

 Unaitalia, ribadisce il ruolo di contrasto del settore avicolo al fenomeno dell’antibiotico-resistenza chiarendo alcuni punti della recente analisi condotta da Altroconsumo, che ha registrato la presenza di batteri resistenti agli antibiotici nella carne di pollo in 25 campioni su 40 (il 63%) dei prodotti acquistati in 20 punti vendita a Roma e altrettanti a Milano. La ricerca ha evidenziato l’elevata resistenza alle cefalosporine di ultima generazione, al cui uso però il settore avicolo, con senso di responsabilità, ha rinunciato fin dal 2009. A conferma che i batteri resistenti sono ormai  largamente diffusi,  e quindi non sempre riconducibili alle prassi veterinarie.

Antibiotici negli allevamenti: mai per favorire la crescitaLa somministrazione di antibiotici negli allevamenti avicoli è legata elusivamente alla presenza di una malattia conclamata ed avviene sotto la responsabilità e il controllo veterinario.  Non vengono mai usati per favorire la crescita degli animali, pratica vietata in Europa dal 2006. Inoltre è sempre rispettato il cosiddetto “periodo di sospensione”, cioè il tempo necessario affinché il farmaco sia smaltito prima che il pollo venga avviato al consumo.  Qui maggiori approfondimenti.

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Pubblicato da W il pollo su Venerdì 10 novembre 2017

Antibiotico-resistenza: un tema da affrontare con serietàE sempre a proposito dell’inchiesta di Altroconsumo, Fabrizio de Stefani, direttore del Servizio veterinario d’igiene degli alimenti dell’USLL 4 del Veneto, in un suo recente intervento, invita a trattare con cognizione di causa e senza sensazionalismi un tema così importante e di pubblico interesse come quello dell’antibiotico resistenza per non commettere l’errore di dare informazioni grossolane e fuorvianti.

A leggere con attenzione l’inchiesta di Altroconsumo, infatti,  la questione assume toni addirittura antitetici rispetto a quanto il titolo “Basta antibiotici nel piatto. Positivo il 63% di campioni di carne di pollo”, vorrebbe suggerire come sottolinea a conclusione del suo intervento De Stefani:

Quali conclusioni trarre dunque? Secondo l’indagine di Altroconsumo il pollo che si compra in Italia è privo di residui di farmaci ed è il più sicuro d’Europa per quanto riguarda il pericolo di veicolare microorganismi antibiotico-resistenti. E voi cosa avevate capito? Se poi si considera che gli standard di sicurezza alimentare applicati nel nostro Paese, e nell’Unione europea, sono tra i più rigorosi a livello planetario si può ben dire che il pollo italiano è il più sicuro al mondo! Beh…, se il collega Enzo Jannacci avesse potuto leggere questo articolo avrebbe sicuramente detto: se me lo dicevi prima…!