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Fake News

Pollo al cloro? No in Europa e in Italia

Smentiamo la fake news legata al pollo al cloro grazie ad una filiera controllata e una normativa europea rigida a tutela del consumatore

Il casus belli – Alle numerose fake news sul pollo presente sul web eccone accodarsi un’altra: è la volta dei polli trattati con il cloro e la candeggina. La notizia, rimbalzata dai media esteri e giunta alle porte di casa nostra, raffigurava uno scatto in cui centinaia di polli venivano immersi in un bagno di cloro. La foto proveniva dall’Honduras e in poco tempo si è fatta luce sulla vicenda che ha avuto un lieto fine: si trattava infatti di un’operazione sanitaria scambiata per un tentativo di vendere carne scaduta a scopo di lucro. L’operazione, eseguita dagli stessi operatori sanitari del posto, era finalizzata al trattamento degli alimenti scaduti, in questo caso la carne di pollo, in tal modo da renderli inutilizzabili al consumo. Vengono, infatti, bagnati con prodotti chimici che li rendono sgradevoli e facilmente individuabili, tutto previsto dalle normative in Honduras. Uno spauracchio che non ha creato danni, se non un’ulteriore (ed ennesima) problematica di disinformazione alimentare.

Normativa italiana ed europea – Al di là di qualsiasi pratica vigente nei vari stati, quello che dovrebbe far dormire sonni più tranquilli ai consumatori italiani è l’esistenza di una maggior tutela da parte delle nostre leggi. Infatti a fare da scudo a talune importazioni che urlano allo scandalo, non c’è solo la normativa europea, ma anche la nostra italiana. Il cloro non viene mai impiegato nella filiera avicola italiana ed europea. Negli Stati Uniti, dove gli standard igienici sono inferiori a quelli europei, la carne macellata a fine della catena viene sterilizzata con immersione in una soluzione chimica antimicrobica a base di cloro. Ma dal 1997 l’ingresso in UE del pollame nordamericano, a causa di questi trattamenti, è stato severamente vietato. La carne che troviamo in commercio è di provenienza al 99% italiana.

Leggere sempre l’etichetta – Come spesso ricordiamo, il modo più sicuro per tutelare il consumatore resta quello di leggere attentamente le etichette. Questo consente d’individuare la zona di provenienza del pollame ed evitare di comprare quello proveniente da zone la cui normativa in materia è più fumosa. Quello che è certo è che in Italia e in Europa la legge è severissima sui controlli e su ogni fase della filiera avicola. Le indicazioni riportate in etichetta aiutano a conoscere ingredienti, quantità e scadenza, ma anche rintracciabilità e origine del prodotto. In etichetta, infatti, si trova il nome del produttore, il lotto di produzione e il Paese di origine. Grazie all’etichetta possiamo sapere anche dove l’animale è stato allevato e trasformato e se rientra in una tipologia di allevamento particolare.