Pollopedia

Il pollo secondo Charles Darwin

Un animo “glocal” capace di mettere tutti d’accordo

Riuscite ad immaginare un mondo senza pollo? Meglio non farlo! I polli oggi sono circa 22 miliardi e rappresentano il principale alimento per gli esseri umani, ad affermarlo è il biologo molecolare dell’Università di Nottingham, Olivier Hanotte, che ha studiato la diffusione del pollo sul nostro pianeta.

Senza il pollo “moriremmo di fame” – Secondo Hanotte, la civiltà umana dipende dal pollo, senza il quale “moriremmo di fame”, ma pare che il pollo sia importante per l’uomo fin da tempi non sospetti: ricerche dimostrano che tremila anni fa i polinesiani abbiano portato con loro dei polli nella colonizzazione delle isole del Pacifico, ne mangiavano la carne e ne usavano le ossa come aghi per cucire e per tatuare oppure ne facevano strumenti musicali. Per i greci alcune parti dell’animale erano in grado di curare i malanni, mentre per i romani i polli erano oracoli, da interpretare prima di una battaglia.

Il pollo…mondiale – Recenti ricerche dimostrano che a livello mondiale il pollo ha superato, per numero di capi, quello di bovini e suini insieme, ma come c’è riuscito? Ce lo spiega Charles Darwin che dedicò tempo e risorse economiche allo studio di questo prezioso animale. Dopo aver esaminato i polli provenienti da ogni parte del mondo, Darwin arrivò alla conclusione che le diverse specie di pollo discendono tutte dal gallo rosso, una sorta di fagiano tipico dell’Asia meridionale e della Cina. Nel 2004, il genoma del gallo rosso è stato sequenziato e il biologo britannico Hanotte ha confermato la scoperta di Darwin. Pare che il pollo abbia una diversità genetica tale da permettergli l’adattamento ad habitat molto diversi, per questo è riuscito a diventare il simbolo della tradizione culinaria di casa nostra, ma allo stesso tempo un cibo cosmopolita.

Possiamo definire il pollo un animale “glocal”: la sua carne versatile è alla portata di tutte le tasche, si adatta a qualsiasi cultura perché non subisce veti di tipo religioso e ben si presta  alla realizzazione di piatti tradizionali, come quella più contemporanea dei finger food, fino allo street food.

Insomma, sia in caso di ospiti stranieri a cena o amici dai palati difficili, niente panico…il pollo metterà tutti d’accordo!

 

Fonte: Internazionale (1098), 17 aprile 2015, pp. 60-63