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Il viaggio del pollo

Pollo italiano & co: 5 cose che rendono i prodotti della filiera italiana buoni e sicuri

La filiera avicola italiana, sinonimo di qualità e sicurezza

Lo sapete che il pollo 100% italiano è un vero e proprio sigillo di garanzia perché la filiera avicola segue gli standard, in vigore nell’Unione Europea, tra i più rigorosi al mondo, incentrati sul continuo miglioramento delle condizioni di produzione in termini di conservazione delle risorse e benessere degli animali? L’Unione Europea sta anche lavorando sullo sviluppo di una politica alimentare che proponga misure e obiettivi che coinvolgono l’intera filiera alimentare, dalla produzione al consumo, passando naturalmente per la distribuzione con l’obiettivo di rendere i sistemi alimentari europei più sostenibili di quanto lo siano oggi.

Occhi vigile sul benessere animale. Non è tutto: le normative UE sulla salute degli animali stabiliscono che gli animali debbano essere nutriti con mangimi adatti alla loro specie ed età. Le autorità controllano regolarmente la produzione e lo stoccaggio delle materie prime utilizzate, costituite principalmente da alimenti vegetali, vitamine e integratori minerali. Si tratta di animali sani che vengono controllati giornalmente e se ne documentano i parametri rilevanti.

MAI MAI MAI polli in batteria. È più di mezzo secolo che le batterie sono state tassativamente abolite. In Italia e in tutta l’Unione Europea, i polli da carne sono allevati a terra, in idonei capannoni con parametri, come clima, illuminazione e densità di allevamento tali da consentire agli animali di muoversi liberamente ed eseguire i loro comportamenti naturali.

Zero residui di antibiotici. Gli antibiotici sono somministrati esclusivamente in caso di necessità e sempre dietro prescrizione del veterinario. Non solo se ne fa largamente meno uso (-82% rispetto a dieci anni fa, ma se ne rispetta sempre il tempo di sospensione, ovvero il tempo necessario perché l’animale smaltisca il farmaco prima di essere avviato al consumo. I controlli periodici sulle carni, infatti, non ne hanno mai rilevato la presenza nei polli italiani.

Ormoni vade retro. Mettiamocelo bene in testa una volta per tutte: nella filiera avicola italiana non si utilizzano mai gli ormoni semplicemente perché sono vietati dalle leggi italiane ed europee, come tutte le sostanze che stimolano la crescita degli animali. Oltretutto il loro utilizzo sarebbe totalmente inutile perché gli ormoni servono per la crescita dei mammiferi cosa che polli e tacchini non sono.

Registro elettronico per la tracciabilità. Siamo in grado di conoscere per ogni animale la sua storia sanitaria con la puntuale informazione sull’impiego di ogni farmaco. Una sorta di “fascicolo sanitario zootecnico” che mette in chiaro chi, come e perché utilizza non solo gli antibiotici, ma qualunque farmaco destinato agli animali. Con l’introduzione della ricetta elettronica e del registro elettronico dei trattamenti si aumenta la trasparenza di allevatori e veterinari italiani affinché venga premiato dal consumatore attento il loro lavoro esemplare sulla filiera avicola.