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Tutti pazzi per il pollo

Festeggiamo il Ringraziamento con il tacchino, suo piatto simbolo

Il tacchino, simbolo della cucina a stelle e strisce e del Ringraziamento, piace sempre più agli italiani

Il Thanksgiving Day o “Giorno del Ringraziamento”, è la festa a stelle e strisce che apre la stagione del Natale. L’ultimo giovedì di novembre, con tacchino ripieno in tavola, si ricorda la celebrazione dei Padri Pellegrini a Plymouth nel 1621 per ringraziare il Signore del primo raccolto e si ringraziano i propri affetti della vicinanza durante l’anno trascorso. Un giorno celebrato anche in momenti difficili – Abramo Lincoln lo proclamò festa nazionale in piena guerra di secessione nel 1863 – e da vivere con i propri cari, rigorosamente a casa e non al ristorante.

Tanto più nel 2020, dove protagonista sarà il tacchino ma non le grandi tavolate: secondo infatti una survey  Numerator  pubblicata anche dal New York Times, il 68% degli americani festeggerà in maniera diversa, anche per via delle nuove linee guida dei Centers for Disease Control and Prevention che raccomandano di limitare le celebrazioni del Ringraziamento solo alle persone che vivono nella stessa casa. Anche i sondaggi di Butterball e Hormel Foods – che insieme rappresentano la maggioranza degli oltre 40 milioni di tacchini interi venduti per il Ringraziamento – prevedono festeggiamenti più parcellizzati: un americano su tre programma cene all’aperto ed esclusivamente con i familiari più stretti.

Al centro delle celebrazioni però non mancherà la preparazione iconica del Turkey declinata secondo la “ricetta segreta” di famiglia, da abbinare alla salsa ai mirtilli – un must – e poi a patate dolci, salsa gravy e torta di zucca.

E in Italia come si festeggerà? – Anche se nel Belpaese non c’è una vera e propria tradizione del Thanksgiving, in molti coglieranno l’occasione per stare con i propri affetti e provare una ricetta di derivazione tutta stelle e strisce. Quella per il tacchino è infatti una passione anche italiana: è la seconda carne più consumata dopo il pollo, con un consumo pro-capite di 4,22 kg a testa, in crescita prevista dell’1,9% secondo le stime 2020 di Unaitalia, l’associazione che rappresenta oltre il 90% della produzione avicola nazionale.

Per chi non ama o non ha voglia di cucinare, c’è l’imbarazzo della scelta tra proposte curiose e innovative: si va dal maxi Turkey da 3 kg di una famosa casa dolciaria e ad un’iconica catena di ristoranti, che tornerà a proporre un menù ad hoc take away con tacchino a cottura lenta, verdure arrostite, purè di patate dolci, salsa di mirtilli rossi e torta di zucca.

Il tacchino e le virtu’ nutrizionali – Grazie alle sue virtù nutrizionali, la carne di tacchino è un perfetto alleato per la salute e il benessere fisico ad ogni età (bambini, adulti e anziani) e per qualsiasi stile di vita, sportivi compresi, nell’ambito di un regime alimentare e di uno stile di vita equilibrati.  Se le carni in generale vengono identificate come fonti di grassi, soprattutto saturi, il contenuto in grassi delle carni bianche, come il tacchino, è piuttosto basso.  I grassi, inoltre, sono presenti soprattutto nella pelle e possono essere quindi facilmente eliminati. Le carni avicole contengono quantità rilevanti di grassi polinsaturi, come gli omega-6 e omega-3, sono fonte di vitamine, in particolare di niacina, e minerali. Rispetto al contenuto in proteine, le carni di pollo e tacchino hanno valori del tutto simili a quelli delle altre carni: 100 g di petto di pollo e fesa di tacchino ne contengono circa 23-24gr. Inoltre, le carni bianche sono particolarmente digeribili e magre: contengono pochi grassi, concentrati soprattutto nella pelle, e di migliore qualità (prevalenza monoinsaturi e polinsaturi).

*Una festa “cristiana” – La «Giornata del ringraziamento», destinata a render grazie a Dio per i doni della terra e delle provvidenza, ha lontane origini nelle tradizioni religiose del nostro popolo ed è tradizionalmente celebrata nella seconda domenica di novembre. Nel 1974 la presidenza della C.E.I. in una lettera ha invitato a celebrare in tutte le diocesi di Italia la «Giornata del ringraziamento» sottolineando la necessità di “richiamare gli uomini alla lode di Dio, datore di ogni bene, alla valorizzazione e alla giusta distribuzione dei doni della terra, al rispetto dell’ambiente naturale e alla solidarietà con quelli che lavorano”.

I presidenti – Il primo a indicare la data del 26 novembre come giorno del Ringraziamento fu George Washington con un documento del 3 ottobre 1789. Ma non era allora ancora una tradizione annuale. La giornata del Ringraziamento fu ufficialmente proclamata come festività nel 1863 dal presidente Lincoln.

Inventato da una donna – A sostenere l’idea di istituire la Giornata fu la scrittrice Sarah Josepha Hale, secondo la quale la festa avrebbe favorito l’unione e rafforzato lo spirito di unione della popolazione dopo una guerra fratricida. Per questo si impegnò fin dal 1846 a convincere i presidenti USA a rendere nazionale questa festività fino ad allora celebrata esclusivamente nel New England. In quattro, prima di Lincoln, non prestarono ascolto alle sue argomentazioni: Zachary Taylor, Millard Fillmore, Franklin Pierce e James Buchanan.

Jingle bells – Il Thanksgiving segna ufficialmente l’inizio del periodo natalizio. Nel 1857 James Pierpoint compose proprio per il Giorno del Ringraziamento un brano per bambini dal titolo One horse open Sleigh, che riscosse un grandissimo successo. Lo stesso brano fu riproposto poi per il giorno di Natale e nel 1859 il titolo cambiò in Jingle Bells, divenuto famoso in tutto il mondo.

Varianti a tavola – Protagonista indiscusso della tavola, il tacchino ripieno ha molte varianti che cambiano in base alla geografia: nelle cittadine del sud la carne si accompagna con la focaccia di granturco, mentre in quelle del nord degli Stati Uniti il tacchino viene condito con il wild rice. Molto tipica è la salsa di ossicocco (o cranberry), fatta con bacche fresche o congelte.

*Fonte: Chiesa Cattolica.it