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In salute

Cibi plant-based, è tutto oro ciò che luccica?

Gli alimenti plant-based sono spesso molto elaborati e dannosi. Abbiamo visto come negli ultimi anni il plant-based ha visto un’ascesa meteorica. Ma, come tutte le mode, dietro spesso si celano complessi processi di produzione e aggiunta di ingredienti tutt’altro che benefici. Approfondiamo assieme la questione.

Plant-based: le magie del marketing. Dopo un periodo luminoso, alimentato dalla curiosità verso le alternative alla carne vegetale, l’interesse pubblico nei loro confronti sta scemando, grazie all’aumento della consapevolezza nei consumatori verso le reali proprietà che caratterizzano questi alimenti. Pubblicizzati come il futuro del cibo e in grado di offrire lo stesso gusto, consistenza e valori nutrizionali della carne, dei latticini e di tutti gli altri prodotti di origine animale che si propongono di sostituire, ma con un minor impatto ambientale, nella realtà non mantengono le loro promesse. Già a partire dai complessi processi coinvolti nella loro produzione, i cibi plant-based non possono considerarsi dei cibi “sani”, ma vengono classificati come alimenti ultra-trasformati. Dal frazionamento all’isolamento proteico, dalla testurizzazione all’aggiunta di aromi e coloranti, fino alle fasi finali di cottura ad alte temperature e aggiunta di vari additivi, il loro grado di trasformazione è molto elevato, facendo perdere tutte le proprietà positive degli ingredienti vegetali semplici di partenza. Il consumatore ha capito che introdurre questi prodotti nella dieta non vuol dire mangiare più vegetali, né tanto meno eguagliare la carne e i cibi animali, ma sono tutt’altra cosa. Visti quindi i numerosi processi industriali che subiscono questi alimenti e il loro alto grado di trasformazione, diversi studi hanno indagato se il loro consumo fosse salutare. Dalla ricerca emerge chiaramente che il loro consumo non è sano, ma è associato a diverse patologie, come ictus, ischemie, infarti e morte prematura. Sostituire quindi la carne o i latticini con questi prodotti a base vegetale ha più rischi che vantaggi per la salute, con un peggioramento della qualità nutrizionale della dieta.

Carne sintetica e vegetale: davvero tutta salute? La carne sintetica è un prodotto coltivato in vitro e fatto crescere in laboratorio. In pratica, vengono prelevate delle cellule staminali tramite biopsia da un tessuto o dopo la morte dell’animale, oppure da cellule staminali embrionali o pluripotenti indotte. Si estraggono quindi cellule dagli animali e vengono coltivate in un bioreattore, dove inizia una proliferazione cellulare molto accelerata, in un brodo di coltura ricco di nutrienti, antibiotici, ormoni e fattori di crescita anabolizzanti. Le cellule iniziano così a differenziarsi in cellule muscolari, creando dei fasci di muscolo simili a carne macinata. In definitiva, si ottiene solo muscolo con le sue proteine, ma mancano tutti gli altri nutrienti e i tessuti, come le ossa, il grasso, il sangue. Dunque la polpetta di carne artificiale dovrà essere pesantemente additivata e insaporita per acquisire il gusto e i micronutrienti essenziali naturalmente presenti nelle carni degli animali. La carne vegetale invece, detta anche “fake meat”, non è fatta di carne, ma di verdure e legumi. Attenzione, però, perché anche se la base è costituita da vegetali, non ne possiede le stesse proprietà. Infatti questi vengono fortemente processati per poterli trasformare in qualcosa che assomigli alla carne. Mentre con la carne sintetica si parte da cellule, qui si parte da legumi come soia o piselli, che subiscono processi industriali molto intensi, con alta pressione, alta temperatura e mediante l’uso di sostanze chimiche, come soda caustica e solventi, per poter estrarre le proteine isolate. Vien da sé che il loro consumo non è per niente salutare come viene fatto credere: sono numerosi gli studi che ne evidenziano i danni per la salute, associando il consumo di questi cibi iper-processati ad un maggior rischio di cancro, malattie cardiovascolari, coronariche, cerebrovascolari, diabete e obesità. Insomma, questi prodotti non sono la stessa cosa, ma hanno in comune almeno due caratteristiche: non possono sostituire in nessun modo la carne naturale, ed entrambi non sono affatto più sostenibili per l’ambiente. Infatti, nel caso della carne artificiale, gli ultimi calcoli più accurati stimano un impatto ambientale da 10 a 50 volte maggiore degli allevamenti, mentre i prodotti vegetali di finta carne hanno nettamente fallito nel dimostrare la loro presunta maggior sostenibilità tanto conclamata.

Fonte: Carni Sostenibili